La picciona innamorata – Recensione di Isabella Fantini

“La picciona innamorata” romanzo di Renata Prevost – recensione di Isabella Fantini

Solo la condivisione di amore e bellezza e la reciprocità dell’accudimento danno un senso alla nostra esistenza, geometrica, passionale, istintuale che sia. Lo suggerisce questo romanzo di raffinata semplicità.

Quanto alla trama ve ne anticipo un po’ e sarà sempre troppo. Infatti penso che alcuni libri non possano reggere la mortificazione di una sinossi che mentre li spiega li uccide. “La picciona innamorata” è uno di loro.

TRAMA DI LA PICCIONA INNAMORATA
La vicenda è abitata da tre creature femminili colte in un momento cruciale della loro vita.

La prima è una donna avanti negli anni che coinvolge i famigliari nel tempo sospeso dell’attesa, perché una malattia non le lascia scampo. La scrittura segue in punta di piedi le fasi del suo allontanamento dalla vita e il vuoto della libertà per chi resta.

La seconda è un piccione viaggiatore femmina, “aggraziato come un piccolo pavone senza coda”. Malgrado l’addestramento, cambia rotta per rispondere a un moto interiore e portare a termine una missione squisitamente personale. Solo alla picciona è concesso il nome proprio di Evelina, eufonico, etereo. È lei la protagonista, il collante di tre esistenze in cui l’età, nel fluire della vita che si rinnova, non ha importanza.

La terza è una donna matura dalla vita privilegiata. Ha assecondato capricci e desideri, inseguito ideali, coltivato interessi, passioni e progetti. È una persona piena di energia che la vita se la mangia. In base alle circostanze la pellicola della sua esistenza scorre in accelerazione o a ralenti, sintetizzando la parabola della generazione boomer, la stessa di Renata Prevost ed anche la mia. Non è difficile individuare una matrice autobiografica forte ma non invadente.

RECENSIONE
I contorni della vicenda dai colori universali prendono corpo in corso d’opera. Prevale un senso di armonia tra l’uomo e la natura e l’invito a non perdere né l’abitudine di amare, né a trasformare l’ovvio in novità:

“L’universo ricama una bella trama di relazioni, come un unico grande tessuto con un angolo per tutti, insetti, uccelli, animali, umani“

Nella danza di attinenze e similitudini le tre storie interagiscono, si intrecciano e sovrappongono, ma il lettore non perde mai l’orientamento o la voglia di perdersi. E nemmeno ha bisogno di un adattamento immaginativo scivolando da una vicenda all’altra. L’economia del romanzo ricorda la figura ambigua in copertina, che rappresenta simultaneamente un profilo femminile e uno stormo di piccioni. Chi guarda, nell’impossibilità di percepire insieme le due soluzioni visive, ne mette a fuoco una per volta tra sfondo e primo piano. Dopo tutto anche “La picciona innamorata” ci incanta con le sue magie.