La Cicala Parlante – Compro Viale dei Giardini

COMPRO VIALE DEI GIARDINI

Quando Elisabeth Magie all’inizio del XX secolo ideò il gioco “Monopoli”, modificato leggermente poi nel 35 da Charles Darrow, gioco pubblicato nel 36 in Italia col nome originale, nato da un concetto economico, cioè il dominio del mercato da parte di un venditore unico che concesse licenza a più di 103 paesi, non lo sapeva.
759 milioni di persone ci hanno giocato ai tempi, anche noi.
I nostri genitori ci facevano sedere, a casa dei nonni la domenica, intorno al tavolo, ci davano delle “fiches” che non sarebbero mai diventate denaro, se andava bene erano caramelle che poi potevamo mangiare e si tiravano i dadi, ricordo che la più gettonata era “Viale dei Giardini”.
Si urlava, si rideva, ci si arrabbiava.
Sul tavolo c’era un drappo di velluto rosso scuro.
Avrebbe dovuto divertire ma anche insegnare a gestire bene il denaro.
Che io avessi le mani bucate si era capito fin da allora, ma mi divertivo, anche se “Risiko” mi era più congeniale, perché potevo mettere in atto doti da 007, persino quelle note fin da allora.
Oggi nel 2022 se cerchi una casa da acquistare, trovi tra le proposte di un’immobiliare “Uttopion” il primo’ metaverso dove puoi comperare terreni e abitazioni, tutto virtuale.
Le case vanno dai 2mila ai 20 mila euro con giardino quanto ne vuoi e tante altre possibilità infinite.
No, non lo sapeva no che il gioco sarebbe diventato realtà, con soldi veri in un mondo virtuale abitato da umani in un mondo reale.
Puoi comprare e aprire un ufficio, fare business, creare eventi, organizzare incontri, sfilate, merende.

Ora io non so a chi possa essere utile un quadrilocale, due bagni e terrazza a “Uttopion” che mi pare sia vicino a “utopia”, come ti lavi in un bagno virtuale e come dormi in un letto virtuale o come affitti una casa virtuale, e dove mangi in una casa virtuale.

E’ stato venduto per ora già l’80 per cento.
Un 80 per cento di persone stanno ogni giorno spendendo parte del loro tempo davanti uno schermo del computer o della televisione tagliando una virtuale erba del prato che hanno acquistato e chiacchierando con i vicini, virtualmente.
Si è sempre più chiusi in casa da soli, con rapporti virtuali senza muovere le membra, senza usare e sporcare le scarpe e le pettinature al vento e allo smog, probabilmente mangiucchiando noccioline, al sicuro da rabbie, insulti, insicurezze ma anche abbracci ed emozioni.
Ogni cosa sotto controllo del mouse.
Sempre più spinti a cercare l’ideale di se stessi e della propria vita ma finta, e sempre più lontani da quella vera che vorremmo vivere e sempre più incapaci di condividere e misurare.
Ci fosse in vendita l’isola di Whight almeno lì un pò di scambio di odori ci sarebbe.

Del resto in un mondo dove vecchi potenti, che dovrebbero dare un buon esempio, e non l’hanno mai dato da giovani, ma almeno da vecchi e no, non lo danno e fanno un quasi matrimonio con una quasi sposa con un quasi abito bianco con una quasi torta nuziale che sembra un’altra cosa e quasi una festa con quasi ospiti e testimoni vecchi con quasi emozioni e una quasi eredità, perché mai non dovrebbero starci terreni e abitazioni virtuali?

Un tempo gli amanti si promettevano la luna poi hanno cominciato a regalarsi le stelle, con tanto di documento che me attestava la proprietà, sempre che la stella regalata non finisse poi tra quelle cadute la notte di San Lorenzo, dunque ben vengano i prati con le pecorelle e cani scorrazzanti, forse almeno li non dovremo raccogliere la loro cacca.
“The Truman show” finalmente è uscito dalla pellicola, è dentro le nostre vite .
Chi diceva “ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi; navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione; e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser e tutti quei momenti andranno a morire nel tempo, come lacrime di pioggia. E’ tempo di morire”.?
Era il replicante Roy Batty di “Blade runner”. Siamo tutti con lui. Siamo tutti replicanti.
Mi verrebbe da dire giochiamo a “un due tre stella” che ci si rilassa ma subito mi ricordo che è diventato un gioco della morte in “Squid Game”, serie coreana su Netflix.
Devo dirlo: non è un paese per vecchi, ma nemmeno per giovani, è un paese per disperati.
Forse provo a comprarmi “Viale dei Giardini”, dal vero.
Se non riesco, chiedo aiuto a “Inventing Anna”. Aveva costruito la sua vita solo su menzogne.
Il teatro è falsità oppure è vero?
La vita è vera fino a dove?
“Ma stai dicendo a me?…. Proprio a me?”
Le foto di guerra sono vere? O sono dei “fake”costruiti? Cito Oliviero Toscani. Sono vere ma dicono il vero o serve la didascalia?
Ma si dai, non se ne parli più, provo a comprare “Viale dei Giardini”.
Cosi come gesto rivoluzionario.