La Cicala Parlante – Nella generazione zainetto è tornata la vestina

NELLA GENERAZIONE ZAINETTO E’ TORNATA LA “VESTINA”

Era rimasta nei nostri occhi di bambine l’immagine del vestito a ruota di Marilyn Monroe che girava e volava al vento proveniente da una grata sopra i sotterranei della città.
Mito per padri e fratelli maggiori.
Ma soprattutto avevamo negli occhi(e nel cuore e nell’inconscio) l’immagine dei vestiti neri di seta a pois bianchi delle nostre nonne, ancora di più quelli delle nostre mamme a fiorellini, fiori grandi, a righe, a disegni, quelle vestine leggere che profumavano quando ci abbracciavano o che svolazzavano quando ci correvano incontro fuori dalla scuola, gli “chemisiers”, (già il nome vola dolcemente come una farfalla) con i loro bottoncini e la vita che si stringeva, ben lontani ancora dai camicioni informi degli anni a venire.
In seguito, le nostre vestine, prima da bambine con il plissettato ovunque e i colletti bianchi di batista e poi da più grandi, seguendo dei modelli della sarta o addirittura disegnando noi alcuni dettagli.
Ricordo, avevo già allora la mania delle tasche e non esisteva alcun abbigliamento femminile con le tasche, a parte i cappotti e le giacche, mi ero fatta fare un abito da ballo di seta con le tasche e poi alla festa avevo riscosso un grande successo, (forse avrei dovuto fare la stilista).
Non c’erano i grandi stilisti e nemmeno il “pret à porter” o Zara o H&M.
Andare dalla sarta era una grande soddisfazione e divertimento ma poi dopo il 68 e dopo il passaggio delle gonnellone delle nuove donne le definite “femministe”, ci siamo messe tutte in pantaloni lunghi, corti, pinocchietto, stretti, larghi, a fiammifero, alla zuava, a zampa di elefante, alla cavallerizza, con le pinces, senza piega, e poi e poi gonne corte, cortissime, a tubino col tacco 12, vestiti in pelle appiccicati al corpo, abiti lunghi da sera con lo spacco.
Poi si è avvicinata piano e in silenzio la presunta vecchiaia, o almeno un accenno, e dopo anni di corse coi figli e i nipoti, corse tra una riunione e l’altra, corse per prendere treni e aerei al volo, valige, viaggi intorno al mondo, pacchi, pranzi acquistati in rosticceria all’ultimo minuto, tennis, sci, cavallo, trekking, traslochi, anno dopo anno, ecco che ginocchia e per qualcuna le anche scalchignano e allora abbandoni il tacco 12 alle figlie ancora nel delirio della seduzione e inizi a usare le Nike o similari e vivi di nuovo in pantaloni.
Intanto negli stessi anni ha preso forma la generazione zainetto, quella trasversale che comprende babyboomers, generazione x, millenials o generazione y, generazione zero, generazione c, dai nonni ai nipoti: tutti in zainetto.
Naturalmente tutti diversi non solo per età e possibilità economiche ma anche per carattere o tipo di vita, attraverso uno zainetto è divertente immaginare desideri e tipologia di giornate della persona che lo indossa.
Un bell’esercizio, sul tram e in metro o in treno, più creativo dello schermo dell’iPhone.
Da qualche tempo la parte femminile di questa generazione ha rispolverato la “vestina”.
I primi accenni si capivano già alcuni mesi fa, tornando finalmente al cinema, le attrici dentro la pellicola erano tutte con la vestina e si sa che per capire come ci vestiremo tra qualche mese basta guardare i film appena usciti, sono loro i primi a lanciare le mode, anticipando sfilate e e servizi di moda.
E così, dovunque, ragazzine, mature e attempate sfilano con lo “chemisier”‘,o comunque l’abito lungo e leggero di seta (non camicione eh?)sotto il maglione, sotto la giacca, sotto il cappotto.
Di seta a fiorellini, quadretti, a righine piccole di velluto leggero di cotone, di seta liscia, damascata, un turbinio, le ragazzine lo portano senza calze con gli stivali al ginocchio, le “ageé” con Nike o stivali bassi e calza spessa ma magari colorata, e tutte si sentono allegre, leggere, felici, volanti.
Persino le commesse nei negozi di abbigliamento stanno imparando la parola chemisier che non sapevano più, quando provavi a chiederlo facevano gli occhi da bue e tiravano fuori gli orridi camicioni. (li detesto non si era capito?)
Stiamo facendo rivivere le nostre mamme e nonne.
E abbiamo riportato la seduzione (dolce non provocante) a tutti i livelli, indipendentemente dall’età, quella vera che piace agli uomini ma anche alle donne, quella della “donna con la gonna”, svolazzante e la gamba in vista nuda o nella calza ma non illudetevi, dentro a quella gonna oggi c’è una donna con i pantaloni.
Indietro non si torna.