La Cicala Parlante – Pigiama Party per anziane

PIGIAMA PARTY PER ANZIANE

Nel mondo si ride in modo diverso alle barzellette a seconda del tipo di paese e si ride in modo diverso a seconda del tipo di persona che sei, vale a dire a seconda del problema che hai.
Ci sono parole invece, come quelle che riguardano gli organi sessuali (ovviamente non con una terminologia medica) o l’intramontabile “merda”, meglio se in francese, inserite in una barzelletta, o anche dette alla “rampazzona”, fanno ridere tutti nello stesso modo, sia che siano paesi religiosi o agnostici.
Quindi queste parole hanno un significato intrinseco che ci segue tutta la vita, le attività sessuali e fisiologiche sono sempre allo stadio animale, anche se le abbelliamo con motivi romantici e poetici e se ci comportiamo in modo civilizzato.
E succede da sempre, da Caino e Abele.
Le parole parlano al nostro inconscio, mentre gli usi e i costumi del quotidiano variano, alcuni restano come la “merde”, indelebili, altri cambiano velocemente, togliendoci momenti di raccoglimento a cui eravamo abituati, e non è solo questione di tempo di pandemia ma proprio di nuove abitudini.
Ho recentemente perso dopo lunga malattia mia mamma e superata la difficoltà immaginabile del funerale in tempo di Covid, la funzione della cremazione, da lei scelta, è avvenuta senza parenti attorno e va bene, già dieci anni fa col papà è stato così, ma questa volta invece di andare a raccogliersi nel centro per recuperare l’urna, mi sono sentita dire che me l’avrebbero mandata a casa.
Ammetto che l’idea di vedermi arrivare lo scatolone giallo che di solito contiene le pizze con le ceneri della mamma mi turbava non poco, ma poi è arrivato un fattorino molto serio e vestito di nero, elegante e silenzioso con voce bassa, a bordo di un’automobile nera, in modo compito e gentile mi ha consegnato la scatola, dopo avermi telefonato per sapere se il momento era buono per me.
Quasi commovente, dopo aver firmato il foglio in cui assumevo la responsabilità della consegna, si è dileguato.
Ed ecco un nuovo lavoro: consegna delle ceneri, ci avevate mai pensato?
Contemporaneamente ho visto un annuncio mortuario, (sapete com’è quando vi succede una cosa, poi notate quelle simili per un po’) che organizzava il funerale con parenti sparsi, riunendoli su una piattaforma Zoom, certo un bel risparmio.
Poi è arrivato il vaccino, ed è riapparso un costume antico.
Inizialmente è stato come se in città ritornasse la vita. Telefonate su telefonate per accreditarsi, e poi togliersi e poi spostarsi di data tra un’inchiesta e l’altra tra chi era già stato vaccinato, per sapere quale vaccino gli avessero fatto e quali conseguenze avesse avuto.
Improvvisamente erano tutti pieni zeppi di malattie e, unico caso nella vita, tutti avrebbero voluto avere più anni.
Le chiacchiere sui vari tipi di vaccino poi sono andate per le lunghe e non sono ancora finite, parole su parole, ognuno aveva l’oro in bocca, nessuno sapeva niente. Un fervore di barzellette, racconti, messaggi sibilati, novità scoperte.
È li hanno questo e là quell’altro, io voglio andare là.’
Un “da fare” dimenticato. Oggi, che in molti sono stati vaccinati, sappiamo tutto.
L’organizzazione, perlomeno a Milano, è stata eccellente, niente code, orari rispettati, luoghi ben sistemati, alpini e carabinieri in pensione e volontari, come angeli gentili, portavano suadenti, umani spaventati. Medici gentili e preparati ascoltavano e decidevano quale vaccino (li hanno tutti, ovunque, il criterio di scelta non dipende dal fatto che tu abbia o no una malattia grave, ma da molti altri fattori che potrebbero non integrarsi col vaccino) fosse meglio somministrare.
Nessun problema tutto filava liscio, anche la puntura dietro il sorriso del medico, la colonna sonora era gentilezza e accoglimento.
Quasi commovente.
Per l’occasione, persone disabili momentaneamente e non, hanno scoperto l’utilità di un servizio, nuovo e gratuito e privato, ma passa tramite il Comune, per disabili, anziani, minori, una delle tante meravigliose opere benefiche effettuate dalla fondazione Guido Venosta, questa coinvolge i taxi di Milano.
Basta fare lo 020202 si entra in contatto con i taxi organizzati per l’aiuto con macchine in grado di far salire e scendere in modo gentile e comodo le sedie a rotelle dall’auto.
Si chiama taxi solidale.
Ma la solidarietà è andata oltre.
Uscivano tutti contenti e rilassati gli umani dal vaccino, soprattutto quelli che avevano fatto Pfizer, ma agitati per la notte, paura della febbre o effetti collaterali
E qui, si è manifestata un’abitudine di sempre, la migliore del mondo: la solidarietà femminile.
Le donne possono odiarsi, essere nemiche “Eva contro Eva”, rubarsi mariti e fidanzati, lavori, case, amici, opportunità, essere in competizione, ma quando una donna è in difficoltà subito le altre si organizzano per aiutarla.
Sarà dentro il nostro DNA, sarà “L’abitudine di amare” di cui parlava Doris Lessing in un suo libro, fatto sta che è cosi.
Dato che oggi le donne di una certa età, vedove o divorziate, sono molto di più degli uomini, la solidarietà femminile ha invaso la città, uno scambio infinito che nemmeno, le figurine panini, ai tempi: “io vengo la notte del tuo vaccino a dormire da te e poi tu vieni da me.” “Hai già qualcuno per la tua notte del vaccino? se no, vengo io”.
E via che prepari il beauty case che da un anno giaceva in fondo all’armadio, e riempi con pigiama o maglietta o camicia da notte e vestaglia e ricambio per il giorno dopo e caricatore del cellulare e eventuali medicine, un valigino, una sacca, un sacchetto e magari comperi anche un dolce.
La maggior parte delle vaccinate è stata bene, dunque è finita in gran risate.
Molto affettuoso, molto divertente, conosco una che per non disturbare per nulla è andata col sacco a pelo.,
Come non sentirsi ancora ragazze? Sono tornati gli anni 70.
Un vero pigiama party, altro che quelli delle nipotine.